
È possibile beneficiare della detrazione, dalla Dichiarazione dei Redditi, dei contributi previdenziali per lavoratori domestici e badanti. Anche se, in effetti, bisognerebbe parlare di spese non detraibili bensì deducibili: non sono sottratte dall’imposta calcolata sul reddito, ma dallo stesso reddito lordo prima del conteggio delle tasse.
Dunque, fatta questa premessa, è più corretto dire che si ha l’opportunità di richiedere la deduzione delle somme versate nell’anno precedente – il 2020 – alle seguenti categorie di addetti:
- coloro che si occupano dell’assistenza alle persone anziane o ai bambini, come i babysitter;
- coloro che si dedicano ai servizi in casa: colf, giardinieri, autisti e così via.
L’agevolazione riguarda solo quelle uscite di denaro che sono state a carico del datore di lavoro. È inoltre previsto un importo massimo, che segna il limite della decurtazione, ovvero una cifra pari a 1.549,37 euro.
I contributi per badanti di persone non autosufficienti
La suddetta soglia, tuttavia, non si applica ai contributi previdenziali per i badanti delle persone non autosufficienti. In questo caso, la detrazione – anzi, la deduzione – può arrivare a 2.100 euro. In sintesi, il datore di lavoro può usufruire di una facilitazione pari al 19% delle spese sostenute, che viene sottratta all’imposta lorda.
Un requisito è il seguente: è necessario che il reddito totale della famiglia sia inferiore a 40.000 euro annui. Insieme alla domanda è essenziale presentare dei documenti extra, e cioè:
- le ricevute delle somme erogate, con firma dell’assistente familiare;
- un certificato medico come prova della condizione di non autosufficienza.
Infine, è possibile sommare la decurtazione fiscale per l’assistente familiare a quella per l’eventuale colf, e viceversa. Anche questa è una postilla da tenere a mente per ottimizzare le agevolazioni.
Le regole principali per la deduzione dei contributi
A questo punto, vediamo quali sono le regole fondamentali per godere della deduzione dei contributi per colf e badanti dalla Dichiarazione dei Redditi.
Per cominciare, l’unico individuo che ha accesso a questa possibilità è il datore di lavoro. Il dato positivo è che il conto corrente può anche non essere intestato a lui: ciò è stato chiarito in via definitiva di recente, dalla risoluzione 278/2019. Il presupposto è stato creato da un contribuente, che – dopo aver pagato i contributi per la badante della suocera utilizzando il conto corrente di quest’ultima e non il proprio – ha comunque ottenuto la deduzione.
Il principio di base è quello di cassa, nel senso che non si considera la competenza dei trimestri. In aggiunta, non si indicano le cifre emesse nel 2020 che sono state rimborsate dal datore di lavoro in luogo delle retribuzioni premiali. Queste sono evidenziate nell’articolo 51 della Certificazione Unica, nella sezione Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione.
L’Agenzia delle Entrate ha specificato anche un’altra cosa: è indispensabile consegnare le ricevute di pagamento che forniscono una serie di informazioni sul rapporto professionale tra datore di lavoro e badante o colf. Nomi del datore di lavoro e del lavoratore, importo complessivo, orari trimestrali ecc. La documentazione in oggetto va intestata all’INPS ed eseguita con c/c postale o MAV.
Il datore di lavoro, nella Dichiarazione dei Redditi, deve riportare i contributi previdenziali nel rigo E23 – quello per gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al suo posto può farlo anche un intermediario incaricato.
Quali documenti bisogna avere a disposizione?
Per finire il nostro discorso, facciamo un riepilogo dei documenti essenziali per la deduzione.
Per la decurtazione dei contributi previdenziali per lavoratori domestici e assistenti familiari bisogna allegare:
- le ricevute di pagamento intestate all’INPS, con nomi, orari, importi e così via, come già detto;
- (qualora ci si sia rivolti a una cooperativa di servizi) la fattura con i dati della cooperativa e il codice fiscale del soggetto che eroga il pagamento.
- Per avere un voucher per lavoro domestico, invece, è necessario esibire:
- le ricevute di versamento per l’acquisto dei buoni;
- la dichiarazione che il voucher è relativo soltanto ai lavori domestici;
- una fotocopia della comunicazione all’INPS.