Nel periodo natalizio, è molto frequente che i titolari delle aziende predispongano degli omaggi per clienti e dipendenti. Stiamo parlando dei classici gadget a tema: calendari personalizzati, panettoni, cesti con doni vari, bottiglie di spumante, cene di auguri e così via.
Queste azioni sono definite come cessioni gratuite di beni, e implicano le cosiddette spese di rappresentanza: quelle volte alla promozione dell’immagine di un brand, e al consolidamento del suo rapporto con il pubblico. A questo punto, quindi, la domanda è: qual è la disciplina degli omaggi natalizi a livello fiscale? Per rispondere consideriamo due ambiti, ovvero quello delle imposte dirette e quello dell’IVA

La disciplina degli omaggi di Natale ai clienti e le imposte dirette
Iniziamo con la disciplina degli omaggi in oggetto sotto l’aspetto delle imposte dirette: IRPEF, IRAP e IRES.
C’è un’altra distinzione che dobbiamo fare, poiché il discorso cambia se ci riferiamo ai regali per clienti o a quelli per dipendenti. Per quanto riguarda gli omaggi ai clienti, essi rientrano tra le spese di rappresentanza secondo l’art. 108, comma 2 del DPR n. 917/86.
La somma pagata, ai fini dell’imposta sul reddito, è deducibile:
- interamente, se il suo valore unitario non supera i 50€;
- con esercizio di sostenimento in base ai requisiti di congruità e inerenza, se supera i 50€.
Consideriamo i seguenti limiti di congruità:
- 1,5% dei ricavi della gestione caratteristica, entro i 10 milioni;
- 0,6% dei ricavi, tra 10 e 50 milioni;
- 0,4% dei ricavi, oltre 50 milioni.
Il valore unitario
Poco prima abbiamo usato l’espressione “valore unitario”. Per calcolarlo bisogna prendere in esame tutto il dono, non le sue singole parti (per esempio tutto il cesto, non i beni che lo compongono). Ci sono anche gli omaggi prodotti dalla stessa impresa per il cliente: in questo caso, c’è una deduzione integrale se il costo della produzione è inferiore a 50€.
Omaggi natalizi ai dipendenti
Una parentesi diversa va dedicata alla disciplina fiscale degli omaggi natalizi per i dipendenti.
Questi regali, infatti, non sono legati alle spese di rappresentanza e di pubblicità. In linea di massima, tali omaggi sono deducibili dal reddito d’impresa a seconda delle norme relative ai costi per le prestazioni di lavoro: l’articolo da analizzare a questo proposito è il 95, comma 1, del DPR n. 917/86.
In altri termini, possono essere dedotte le spese non connesse all’istruzione, all’educazione, alla ricreazione, al culto o all’assistenza sanitaria. Quei valori, insomma, che sono in forma di “erogazioni liberali”, concesse ai dipendenti e ai soggetti assimilati da un punto di vista fiscale – come i collaboratori coordinati e continuativi.
Disciplina IVA degli omaggi natalizi
Passiamo a un argomento correlato e altrettanto importante, cioè la disciplina IVA degli omaggi natalizi. Chiariamo subito che questi regali sono imponibili IVA in quanto cessioni gratuite di beni: l’IVA assolta a monte è detraibile, in base a ciò che è scritto nell’art. 2 co. 2 n. 4 del DPR n. 633/72.
Tuttavia c’è un’eccezione: i beni non coerenti con l’attività dell’azienda. In queste circostanze, l’IVA può essere detratta soltanto se il costo unitario non supera i 50€. Cosa si intende per attività dell’azienda? Tutto quello che è incluso nel campo d’azione dell’impresa, nel suo oggetto istituzionale.
IVA e fatturazione
La fatturazione della spesa per gli omaggi natalizi può avvenire in più modi:
- emissione di fattura con rivalsa dell’IVA, con imponibile dato dal valore di acquisto del dono e IVA esposta in fattura;
- emissione della cosiddetta autofattura per omaggi;
- emissione di fattura con rinuncia alla rivalsa dell’IVA (l’IVA è a carico della società, e ciò deve essere riportato);
- annotazione dell’operazione sul registro degli omaggi.