
Secondo la Legge di Bilancio 2021, vi saranno nuove agevolazioni per le assunzioni delle donne svantaggiate. Le regole sono in attesa di essere approvate dalla Commissione Europea, e saranno valide per le esponenti del genere femminile che troveranno un impiego nel biennio 2021-2022.
Ad ogni modo, l’INPS ha già diffuso le prime informazioni al riguardo. In particolare, l’incentivo è connesso a un esonero del 100% dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro: una facilitazione che in realtà esiste dal 1992, ma che in precedenza era al 50%. Il limite massimo corrisponde a 6.000 euro all’anno.
Il provvedimento, inoltre, conferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Queste sono le norme stabilite fino ad ora, accennate nella circolare 32 dell’INPS del 22 febbraio 2021 e ribadite nel messaggio 1461 dello scorso 6 aprile.
Una volta chiarito in cosa consiste l’assunzione agevolata donne del 2021, vediamo a chi spetta e in quali circostanze può essere richiesta.
Le categorie di lavoratrici che possono accedere all’incentivo
L’esonero descritto poco prima è accessibile a quattro categorie fondamentali di lavoratrici:
- le donne di almeno 50 anni e disoccupate da più di 12 mesi;
- le donne di ogni età, la cui professione si inserisce in un settore contraddistinto da marcata disparità e che non sono retribuite in modo regolare da minimo 6 mesi;
- le donne di ogni età non pagate regolarmente da almeno 6 mesi, e che hanno la residenza in regioni ammesse ai finanziamenti dei fondi dell’Unione Europea;
- le donne di ogni età, residenti ovunque, prive di un incarico remunerato con regolarità da 24 mesi o più.
Quest’ultimo gruppo include anche i rapporti di collaborazione coordinata e le attività di lavoro autonomo. Infine, i suddetti requisiti devono essere validi nel momento in cui si fa domanda per il beneficio.
I datori di lavoro
Veniamo a un altro dubbio in merito all’assunzione agevolata donne: quali datori di lavoro hanno questa opportunità?
Chiariamo subito che sono escluse le pubbliche amministrazioni, ma non una serie di enti pubblici come quelli morali e quelli ecclesiastici. In aggiunta, la facilitazione è possibile per le case popolari che sono state trasformate in enti pubblici economici, per gli enti divenuti società di capitali, per i consorzi industriali e di bonifica e per le aziende speciali anche consortili.
Chi altri ha occasione di usufruire di questa agevolazione? Citiamo le ex IPAB (Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza) tramutate in fondazioni o associazioni iscritte al registro delle persone giuridiche. Naturalmente l’esonero si estende a tutti i datori di lavoro privati, anche quelli che operano in ambito agricolo, e compresi coloro che non sono imprenditori.
Per quali tipi di contratto l’assunzione delle donne è agevolata?
Le assunzioni contemplate in questa decisione sono quelle a tempo indeterminato e quelle a tempo determinato, nonché i passaggi di rapporti agevolati ad assunzioni a tempo indeterminato.
In base a ciò varia la durata dell’incentivo:
- 12 mesi per le assunzioni a tempo determinato;
- 18 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato;
- 18 mesi per il passaggio a tempo indeterminato dei rapporti agevolati.
Come funziona per la maternità? In tali circostanze, il beneficio è sospeso o rimandato a seconda della singola situazione.
I rapporti professionali che non godono dell’incentivo
Vi sono, poi, dei contesti in cui l’esonero al 100% dei contributi previdenziali non è previsto. Il discorso si applica, per esempio, ai contratti di lavoro domestico, di lavoro intermittente e di apprendistato, che già sono favoriti da altre aliquote ridotte.
Agevolazione e cumulabilità
L’agevolazione per le assunzioni femminili è cumulabile con altri bonus, purché non vi sia espressamente un divieto. Nel senso che ci sono delle decurtazioni che non si possono abbinare, per legge, ad altri aiuti: è il caso del Bonus Lavoro Giovani 2021, che appunto non è cumulabile.