
La legge n. 215 del 2021 ha sancito, fra le altre cose, la nascita di un Fondo destinato ad assicurare un sostegno economico ai genitori separati in caso di bisogno per consentire loro di provvedere al pagamento dell’assegno di mantenimento.
La legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 dicembre dello scorso anno, e corrisponde alla disposizione relativa all’articolo 9 bis con il quale è stato riscritto l’articolo 12 bis del decreto legge n. 41 del 2021, il cosiddetto decreto Sostegni, convertito nella legge n. 69 del 2021. È stato istituito, pertanto, un fondo concepito per andare incontro alle esigenze dei genitori divorziati o separati che, pur lavorando, non riescono a rispettare l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento per effetto della crisi economica che si è generata a causa della pandemia.
Una misura per i genitori divorziati o separati
L’articolo 12 bis a cui facciamo riferimento aveva previsto di istituire un fondo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in modo da assicurare ai genitori divorziati o separati il versamento regolare dell’assegno di mantenimento nel caso in cui la loro attività lavorativa fosse stata sospesa, ridotta o terminata a causa della pandemia da coronavirus. Per il 2021 la dotazione prevista per il fondo era di 10 milioni.
Lo scopo era quello di mettere a disposizione dei contributi grazie a cui i genitori divorziati o separati avrebbero potuto continuare a versare l’assegno di mantenimento come previsto.
Assegni di mantenimento e pandemia da coronavirus
Attraverso questo fondo, in particolare, si sarebbe potuto procedere con l’erogazione dell’assegno di mantenimento, tutto o in parte, fino a una somma complessiva di 800 euro al mese, sulla base delle modalità e dei parametri individuati da un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottare entro due mesi dal giorno in cui la legge di conversione del decreto Sostegni è entrata in vigore.
Il decreto Fisco-Lavoro ha riscritto l’articolo 12 bis del decreto Sostegni, ma l’istituzione del fondo presso il ministero è stata confermata. Anche per il 2022 la dotazione prevista è di 10 milioni di euro, in vista del trasferimento successivo al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio.
A che cosa servono le risorse del fondo
Attraverso le risorse del fondo, i genitori in stato di bisogno potranno continuare a provvedere al proprio mantenimento e a quello dei figli minori, ma anche al mantenimento dei figli maggiorenni se portatori di handicap, a condizione che siano conviventi. Ciò sarà possibile tramite l’erogazione dell’assegno di mantenimento, intero o in parte, per una soglia massima di 800 euro al mese.
Un DPCM ancora da stabilire, poi, definirà il numero massimo di mensilità: dovrà essere adottato entro il prossimo mese, visto che non potranno passare più di 60 giorni dal giorno in cui è entrata in vigore la legge di conversione del decreto Fisco-Lavoro, vale a dire il 21 dicembre dello scorso anno.
Come usufruire del sostegno economico
Per poter beneficiare del supporto economico previsto dal governo a questo scopo, il genitore divorziato o separato in stato di bisogno non deve avere ricevuto l’assegno di mantenimento a causa di inadempienza determinata dall’impossibilità di provvedere da parte del convivente, del coniuge o del genitore che sarebbe stato tenuto a farlo e che a causa della pandemia da coronavirus ha diminuito, interrotto o concluso in maniera definitiva la propria attività di lavoro a partire dalla data dell’8 marzo del 2020, patendo un calo del reddito non inferiore al 30% rispetto alla retribuzione del 2019 o con almeno una durata di 90 giorni.
Gli effetti del coronavirus sulle famiglie
Con l’entrata in vigore di questo provvedimento, pertanto, si va incontro alle necessità di molti genitori separati che, non per propria volontà, si sono ritrovati impossibilitati a versare l’assegno di mantenimento, o comunque una parte dello stesso, agli ex coniugi.
Ciò è andato a detrimento non solo degli adulti ma, evidentemente, anche dei figli delle coppie separate, che non hanno più potuto contare sulle somme di denaro che ricevevano fino allo scoppio della pandemia. Resta da capire se la dotazione di 10 milioni di euro attribuiti al fondo si possa considerare sufficiente per soddisfare tutte le esigenze degli italiani.