Il tema del maxi bonus assunzioni è tornato al centro del dibattito politico ed economico in vista della prossima Legge di Bilancio 2025. Con l’approssimarsi del nuovo anno, cresce l’attesa per la possibile proroga di una misura che ha suscitato grande interesse tra le imprese, in particolare per il suo effetto sulle assunzioni a tempo indeterminato.
La misura, introdotta come transitoria, ha visto una buona applicazione nel corso del 2024. In particolare, il maxi bonus consente una deduzione fino al 130% del costo del personale per nuove assunzioni, con un incremento ulteriore se queste riguardano categorie svantaggiate.
Aumenta così l’attrattiva per le aziende che desiderano ampliare il proprio organico, ma il futuro della misura resta incerto.

Le origini del maxi bonus assunzioni
Introdotto con il decreto legislativo n. 216 del 2023, il maxi bonus si inserisce nel più ampio contesto della riforma fiscale in corso. La deduzione, prevista per un solo periodo d’imposta, aveva come obiettivo primario quello di incentivare l’occupazione stabile e supportare il mercato del lavoro, in particolare nelle fasce più deboli della popolazione.
Tuttavia, a distanza di un anno, si parla già di una possibile proroga per il 2025, con la volontà politica di mantenere attive misure che possano supportare la crescita economica.
Il presidente della Commissione Finanze della Camera ha affermato che c’è un forte impegno a confermare il maxi bonus anche per il prossimo anno, nonostante i rallentamenti nella revisione del sistema tributario italiano. L’annuncio è stato fatto in un momento in cui le più ampie riforme fiscali sono state temporaneamente bloccate a causa della mancanza di risorse. Tuttavia, il maxi bonus continua a essere una priorità.
Gli effetti sull’occupazione e le criticità
Il maxi bonus assunzioni è stato accolto con favore da una parte delle imprese, soprattutto quelle che hanno sfruttato la deduzione per incrementare la forza lavoro. Tuttavia, secondo i dati ISTAT diffusi a luglio 2024, solo il 5,6% delle aziende ha effettivamente beneficiato di questa agevolazione.
Questo dato è piuttosto ridotto se paragonato all’impatto di altre misure, come l’ACE (Aiuto alla Crescita Economica), che prima di essere abolita aveva interessato una percentuale molto più ampia di imprese, pari al 25,3%.
In altre parole, la soppressione dell’ACE ha avuto conseguenze su un numero significativamente maggiore di aziende rispetto a quelle che oggi beneficiano del maxi bonus assunzioni.
Nonostante questa differenza, il governo ritiene che il maxi bonus abbia ancora il potenziale per incentivare assunzioni stabili e migliorare l’integrazione di lavoratori svantaggiati. Per aumentare l’efficacia della misura, l’auspicio è che con ulteriori incentivi e una migliore informazione, più imprese possano utilizzarla nei prossimi anni.
La prospettiva del 2025
Guardando al futuro, la conferma del maxi bonus potrebbe arrivare già nella prossima Legge di Bilancio.
Insieme ad altre misure fiscali, come il credito d’imposta per la transizione ecologica, il maxi bonus si posiziona come uno strumento utile a stimolare la crescita occupazionale e il rinnovamento del tessuto economico italiano.
Se da un lato l’eliminazione dell’ACE è definitiva, dall’altro il maxi bonus assunzioni sembra destinato a proseguire, garantendo alle imprese italiane uno strumento fiscale utile per gestire il costo del lavoro.
Agevolare il maxi bonus
Il maxi bonus assunzioni è una misura dal forte potenziale, ma per raggiungere risultati concreti sarà fondamentale una maggiore diffusione delle informazioni e un impegno da parte del Governo nel semplificare l’accesso a questa agevolazione.
Grazie a una collaborazione più stretta tra aziende e istituzioni, sarà possibile valorizzare al meglio il maxi bonus, sostenendo sia l’occupazione che la crescita economica del Paese.