Aprire la partita Iva vuol dire anche iscriversi presso la Camera di Commercio. Non sempre, però: infatti, esistono casi in cui non è obbligatorio tale adempimento, per attività per le quali non c’è bisogno di iscriversi al Registro delle Imprese.
Quest’ultimo, come noto, corrisponde all’anagrafe delle imprese, in cui sono riportate le informazioni più importanti relative a ogni azienda: la costituzione dell’impresa, la sua modifica o la cessazione, con i vari settori e le diverse forme giuridiche.
Il Registro delle Imprese indica la sede, gli amministratori, lo statuto, la denominazione e le altre informazioni importanti di un’impresa, riportando anche gli eventi che si sono verificati in seguito all’iscrizione. In sintesi, esso mette a disposizione una panoramica integrale relativa alla situazione giuridica di tutte le imprese.

L’iscrizione in CCIAA è sempre necessaria?

Quanto costa iscriversi al Registro delle Imprese

Occorre sottolineare, tuttavia, che l’iscrizione presso il Registro delle Imprese non è gratuita: ci sono dei costi da sostenere.
Entrando più nel dettaglio, l’iscrizione comporta un versamento annuale che va da un minimo di 53 euro a un massimo di 120. Ad ogni modo, non è detto che l’apertura della partita Iva richieda sempre la contestuale iscrizione alla Camera di Commercio.

L’iscrizione

La tenuta del Registro delle Imprese è la più importante delle attività che vengono effettuate dalla Camera di Commercio. L’iscrizione a questo registro, tuttavia, risulta obbligatoria unicamente per le realtà che svolgono la propria attività economica in forma di impresa.
Insomma, l’iscrizione al Registro delle Imprese è un vincolo da cui non si può prescindere nel caso in cui si desideri avviare un’attività di impresa. Più nel dettaglio, si deve iscrivere chi svolge attività assicurativa e bancaria, trasporto di persone o cose, produzione di servizi o beni, attività agricola (in base a specifici volumi di affari) o intermediazione nella circolazione dei beni.

Che cosa devono fare i liberi professionisti

L’iscrizione alla Camera di Commercio non è necessaria per i liberi professionisti, ai quali è richiesto unicamente di aprire la partita Iva. Essi, inoltre, si devono iscrivere alla propria cassa professionale e al proprio albo; nel caso in cui non vi sia un albo professionale di riferimento, invece, è necessario iscriversi alla gestione separata.

La sezione ordinaria e quella speciale del Registro delle Imprese

Sono due le sezioni in cui si distingue il Registro delle Imprese: quella ordinaria e quella speciale, che varia in base alla classificazione del soggetto.
L’iscrizione alla sezione ordinaria è necessaria per le società estere che hanno una sede secondaria nel nostro Paese, per le società commerciali, per le aziende speciali o i consorzi fra gli enti locali, per i Gruppi Europei di Interesse Economico, per le società cooperative anche europee, per le attività bancarie o assicurative, per gli enti pubblici economici per cui un’attività commerciale rappresenta l’oggetto principale o esclusivo e per gli imprenditori che svolgono un’attività finalizzata alla produzione di beni e di servizi.
L’iscrizione nella sezione speciale, invece, è obbligatoria per le piccole e medie imprese innovative, per i piccoli imprenditori, per gli imprenditori agricoli, per le società tra professionisti e avvocati, per le start up innovative, per le società semplici e per le imprese artigiane.

Che cos’è il diritto camerale

Si parla di diritto camerale per fare riferimento a una prestazione che tutti gli anni è dovuta dalle imprese annotate o iscritte al Registro delle Imprese alla Camera di Commercio. Si deve il diritto alla sede della Camera di Commercio di riferimento per la sede legale della società. Qualora gli uffici di rappresentanza, le unità locali o la sede locale si trasferiscano in una provincia diversa, si deve far riferimento alla Camera di Commercio del territorio in cui si trovava la sede legale il primo giorno dell’anno in corso.
Oltre ai costi di iscrizione a cui abbiamo fatto cenno in precedenza, è necessario tenere conto anche delle spese che devono essere sostenute per la firma digitale e per l’apertura della posta elettronica certificata, senza dimenticare il compenso dovuto al commercialista o comunque al professionista a cui ci si rivolge. Il pagamento del diritto camerale è obbligatorio, tra l’altro, per le società semplici agricole.