L’assegno unico familiare è stato previsto nel n. 82 della Gazzetta Ufficiale, pubblicato in data 6 aprile 2021. Ancora non si sa come sarà possibile richiederlo, ma sono già state diffuse alcune informazioni in merito.
Innanzitutto, di cosa si tratta? Stiamo parlando di un assegno volto a supportare economicamente le famiglie con figli in un periodo critico come quello attuale, segnato dall’emergenza Covid-19. È stato calcolato dall’ISTAT che questo provvedimento aiuterebbe, a livello di reddito, circa il 68% dei nuclei familiari del nostro paese.
Una delle novità è che questa agevolazione spetta non solo ai lavoratori dipendenti, come spesso accade, ma anche a quelli autonomi. A essere valutata, infatti, sarà la situazione finanziaria della persona che presenta la domanda. Inoltre, il limite massimo del bonus è stato fissato a 250 euro al mese per ciascun figlio, e ad usufruire della cifra saranno entrambi i genitori.

Qualche dato in più sull’assegno unico familiare

Perché questo assegno è definito come “unico”? Semplicemente perché raggruppa in sé tutti gli altri benefici già approvati: per esempio i bonus natalità e adozioni, quello bebè e quello per nuclei numerosi.
La somma totale sarà composta da due parti, una fissa e una variabile. Una quota mensile sarà erogata per ogni figlio, a partire dal settimo mese di gravidanza fino al ventunesimo anno di età. Con delle maggiorazioni dal terzo figlio in poi, e per i ragazzi affetti da disabilità (in questo caso l’incremento oscilla tra il 30% e il 50%).
L’obiettivo, dunque, è quello di fornire un ausilio concreto alle famiglie italiane. L’assegno potrà essere riconosciuto con due modalità: tramite versamento diretto del denaro, oppure in forma di credito di imposta.

A quanto ammontano le risorse disponibili?

L’assegno unico familiare è reso possibile dall’eliminazione di altre tipologie di sostegno economico, su cui ci soffermeremo a breve: una misura che consente di avere a disposizione circa 15 miliardi di euro. Questi verranno integrati con le risorse stabilite dalla Legge di Bilancio, ossia 1.044 milioni di euro per il 2021 e 1.244 dal 2022.
Non mancano altri fondi, che permettono di raggiungere in linea di massima i 19 miliardi di euro. In virtù di ciò, saranno moltissime le famiglie che riceveranno questo bonus.

Assegno unico familiare e requisiti

Chiaramente, per ottenere l’assegno unico familiare bisogna rispettare una serie di requisiti:

  • avere residenza e domicilio in Italia con figli a carico;
  • essere cittadino italiano o di un paese dell’Unione Europea, o essere cittadino di un paese che non appartiene all’UE con permesso di soggiorno;
  • essere soggetto all’imposta sul reddito in territorio italiano.

Come già detto, l’età dei figli non deve superare i 21 anni. Dai 18 anni, al figlio può essere accreditata una cifra ridotta se egli è iscritto a un corso universitario o è tirocinante, se svolge il servizio civile o comunque un’attività caratterizzata da una bassa retribuzione.

Quali sono i provvedimenti sostituiti dall’assegno unico familiare?

Abbiamo accennato che l’assegno unico familiare va a unire e, quindi, a rimpiazzare alcune agevolazioni precedenti. Nello specifico:

  • l’assegno di natalità;
  • l’assegno ai nuclei familiari con almeno 3 figli minorenni;
  • il fondo di sostegno alla natalità;
  • il premio alla nascita o all’adozione;
  • l’assegno per il nucleo familiare;
  • le decurtazioni IRPEF per figli a carico.

In parole povere, l’assegno unico familiare va a coprire tutte queste spese: le racchiude in un’unica somma. Se circa il 68% delle famiglie verrà aiutato concretamente, più o meno il 29,7% trarrà degli svantaggi da questa nuova situazione (per esempio i nuclei con figli a carico di più di 21 anni, le coppie di fatto e chi possiede beni mobili e immobili).

L’ISEE

La parte variabile dell’assegno unico familiare dipenderà dall’ISEE. Nei prossimi tempi saranno spiegate meglio le modalità di calcolo, nonché quelle da utilizzare per la presentazione della domanda. I beneficiari sono i lavoratori dipendenti pubblici e privati, gli autonomi e anche gli incapienti (cioè coloro che hanno un reddito molto basso, tanto da non doverlo dichiarare al fisco).